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GLI STRUMENTI
Prima o poi giunge per tutti il momento di chiedersi se sia il caso di affrontare ulteriori spese per l'acquisto degli
strumenti di volo.
Le opinioni non sono concordi: vi è chi sostiene che, volando sempre senza strumenti, si affinano le
capacità di valutazione e, effettivamente, esistono piloti anche molto bravi, che non li usano nei loro voli
"normali". D'altro canto, tutti coloro che fanno gare li impiegano: è dunque verosimile che gli strumenti possano
dare un contributo al miglior sfruttamento delle condizioni esistenti.
In ogni caso è indispensabile (programma d'esame!) conoscerne, sia pur a grandi linee, il funzionamento ed i
limiti.
L'ALTIMETRO
L'altimetro è un misuratore di pressione (quindi un barometro) che si fonda sulla diminuzione della
pressione con l'aumentare dell'altezza. Poichè la pressione atmosferica varia da zona a zona e di giorno in giorno
sarà necessario tarare l'altimetro prima di ogni volo impostando un'altezza nota. Dentro all'altimetro vi
è una capsula (aneroide) nella quale è stato fatto il vuoto: essa non "collassa" perchè una molla, al
suo interno, la mantiene distesa.
Eventuali diminuzioni di pressione aumentano la distensione della molla, mentre gli aumenti pressori la comprimono
ulteriormente. Un trasduttore, collegato con la molla stessa, registra i vari movimenti e li rende visibili su di un
quadrante; gli strumenti moderni hanno un trasduttore che è in grado trasformare il movimento in energia
elettrica e che "pilota" un lettore digitale su cui compaiono i numeri.
REGOLAZIONI POSSIBILI
Le norme di circolazione aerea prevedono che l'altimetro possa essere regolato secondo standard differenti, che è
necessario comprendere bene.
QFE
Detta anche altezza, è la regolazione che si ottiene ponendo come zero l'altezza dell'atterraggio previsto
(indipendentemente dalla quota assoluta di quest'ultimo). Dal quel momento l'altimetro indicherà l'altezza relativa
all'atterraggio stesso (per tenere a mente la sigla è molto utile fingere che voglia dire "Quota Filo Erba", anche
se, naturalmente, questa non è sua la vera origine).
QNH
Detta anche quota od altitudine, è la regolazione che si ottiene ponendo come zero il livello del mare (oppure
regolando lo strumento su un'altezza nota: ad esempio, decollando da una cima alta 1750 metri s.l.m. e ponendo l'altimetro
a tale cifra). Dal quel momento l'altimetro indicherà la quota reale.
QNE
Poco rilevante per noi, la regolazione QNE serve ai velivoli per stabilire i livelli di volo: l'altimetro viene posto a
zero per una pressione standard di 1013.2 mb. È un metodo poco preciso per conoscere la quota reale (la pressione
non è mai standard) ma, se tutti gli apparecchi in volo lo utilizzano, sarà possibile stabilire rotte che
tengano quote effettivamente distanti tra loro.
Variazioni di pressione
Per voli brevi, compiuti in una stessa zona, è in genere sufficiente effettuare una sola regolazione prima del
decollo. Facendo lunghi voli di distanza, invece, bisogna ricordare che la pressione varia nei diversi luoghi e
con il passare del tempo: risulteranno quindi alterate anche le altezze indicate, e sarà necessario effettuare
ulteriori regolazioni. Un solo aspetto è molto rilevante per il Volo Libero, anche locale: la
possibilità di prevedere l'arrivo di un fronte freddo (spesso temporalesco) che, come sappiamo, è
preceduto da un rapido ed evidente calo pressorio. Se, dopo aver regolato il nosto altimetro ed aver iniziato il volo,
ci accorgiamo che l'altezza (o la quota) riportata è maggiore di quella desumibile da altre indicazioni
(l'altimetro segna una quota superiore all'altezza della montagna, mentre stiamo volando più bassi di questa)
è necessario raggiungere rapidamente un atterraggio sicuro: con ogni probabilità è in arrivo una
sgradita sorpresa.
IL BAROGRAFO
È semplicemente un "registratore", collegato all'altimetro, in grado di memorizzare e di tracciare su carta le
variazioni di pressione (e dunque di quota) rilevate durante tutto il volo.
In genere si compone di due parti: una,
relativamente piccola e leggera, da portare in volo, ed il dispositivo di stampa, ben più ingombrante da utilizzare
una volta tornati a terra.
IL VARIOMETRO
È uno strumento incredibilmente sensibile, in grado di capire e segnalare se stiamo salendo o scendendo, e con che
velocità verticale (generalmente misurata in metri/secondo o in piedi/minuto). Esso misura, infatti, le
variazioni istantanee di pressione (e non la pressione in sè).
Al suo interno esiste un recipiente a tenuta stagna (bottiglia di espansione), collegato ad una aneroide (identico a
quello barometrico); un capillare, poi collega il sistema con l'esterno.
La funzione del capillare è quella di rallentare l'ingresso e l'uscita d'aria nel sistema impedendo che, in
caso di variazioni pressorie, l'equilibrio venga raggiunto immediatamente. Grazie a questo fatto, quando la pressione
esterna cambia rapidamente (come durante la salita o la discesa), l'ambiente interno (e dunque anche la capsula aneroide)
mostra, per qualche attimo, valori pressori differenti: un trasduttore segnala tale differenza sulla scala di lettura.
Non appena cessato il moto verticale, la pressione all'interno del sistema torna rapidamente in equilibrio con quella
esterna e l'indicatore torna a zero.
La maggior parte dei variometri utilizzati per il Volo Libero è dotata, oltre che di una scala graduata, anche di
un segnalatore acustico regolabile: la intensità del suono (o, in alcuni modelli la sua frequenza) è
proporzionale al tasso di salita o di discesa.
L'ANENOMETRO
Misura la velocità dell'aria che lo investe (a terra misura il vento, in volo la velocità relativa
all'aria).
Ne esistono di moltissimi tipi, più o meno precisi e più o meno costosi.
Ve ne sono alcuni che si basano sulla pressione dinamica (tanto maggiore quanto maggiore è la
velocità dell'aria) ed altri che si basano su quella statica (tanto minore quanto maggiore è
la velocità dell'aria).
Tra i primi ricordiamo quello più semplice, costituito da un cilindro verticale graduato con un cerchietto mobile
all'interno ed un forellino di "presa diretta" che deve essere orientato contro la direzione dell'aria (o del moto).
Sempre al primo tipo appartiene anche l'anemometro manuale sormontato da un "girello" con tre semisfere cave orientate
nello stesso senso: l'aria mette in rotazione il "girello" ad una velocità che è proporzionale a quella
dell'aria stessa e l'immancabile scala graduata consente la lettura.
I modelli che misurano la pressione statica (di diretta derivazione aeronautica) sfruttano l'effetto Venturi creato
dall'aria costretta a scorrere in un tubicino a sezione biconica.
Data la bassa gamma di velocità coperte dalle nostre ali e la notevole sensibilità che è possibile
sviluppare abituandosi ad "ascoltare" il vento con le orecchie, è forse il più superfluo degli strumenti
citati. Può essere utile farselo prestare qualche volta per "tarare" il proprio anemometro acustico.
LA RADIO RICETRASMITTENTE
È uno strumento divenuto obbligatorio, nell'ambito dei programmi di Istruzione FIVL, almeno durante i primi dieci
voli alti, ed è molto utile quando si vogliano fare voli di distanza in gruppo; non possiamo ovviamente pretendere
in questa sede di spiegarne i principi di funzionamento, tuttavia ricordiamo che bisogna considerare le radio come uno
strumento di sicurezza e non come un mezzo di comunicazione delle emozioni, quindi:
- Informiamoci delle frequenze in uso nelle diverse zone di volo che frequentiamo.
- Parliamo in radio solo se è indispensabile e con messaggi brevi e chiari.
- Usiamo cortesia con eventuali altri utilizzatori e, se richiesto, modifichiamo la nostra frequenza di trasmissione.
Per essere in regola con la legge si dovrebbero utilizzare esclusivamente le piccole ricetrasmittenti "giocattolo", poste
in libera vendita nei negozi del settore, e dotate di una potenza estremamente limitata: la speranza, in questo periodo
di "crescita e maturazione" del nostro sport è che le competenti autorità ci assegnino una frequenza radio
specifica sulla quale operare con strumentazioni idonee (magari dopo l'eventuale conseguimento di brevetto apposito)
così come è già avvenuto in altri paesi.
IL GPS
Il GPS nel parapendio si è diffuso moltissimo grazie al mondo delle competizioni, in cui viene usato come strumento di registrazione della traccia del volo e documento di convalida del percorso effettuato.
Nelle gare vengono assegnati dei percorsi a boe, queste ultime rappresentate da waypoint, con obbligo di "aggirarle" avvicinandosi nel raggio di 400m; anche l'arrivo a meta è testimoniato dal tempo registrato nella traccia del GPS.
A fine gara tutti i concorrenti consegnano alla giuria il GPS, dal quale, attraverso un software specifico per le competizioni, viene scaricata la traccia del percorso registrato per i calcoli delle classifiche.
L'iter è molto veloce rispetto agli anni passati, prima dell'avvento dei GPS infatti, per verificare l'aggiramento delle boe si utilizzavano le fotografie: figurarsi i tempi di sviluppo dei rullini!
Da qualche anno si fanno anche competizioni a tema libero denominate XC "Cross-Country", anche qui il GPS è d'obbligo per testimoniare la prestazione sia per la classifica regionale che quella nazionale e anche mondiale; anche i record mondiali prevedono infatti il GPS come strumento certificatore (oltre ai Giudici ovviamente).
Grazie alle competizioni quindi i piloti hanno iniziato ad usare il GPS quale strumento di volo per ottenere alcune informazioni importanti come la velocità e la direzione rispetto al terreno: questa informazione viene utilizzata da un'altro strumento che si usa in volo, il variometro, che tramite un cavetto comunica con il GPS e fa dei calcoli interessanti per i piloti sia per scopi di competizione che per utilizzi durante i voli di tutti i giorni.
Considerando che il parapendio ha un range di velocità molto basso, circa tra i 20 ed i 60Km/h, da frenato ad accelerato al massimo, sapere quanto è la velocità e la direzione del vento alla varie quote è molto importante anche per la sicurezza.
Alcuni modelli di GPS includono i proximity-waypoint che vengono utilizzati per segnare gli aeroporti e le zone proibite o pericolose per il vololibero. I proximity sono segnalati da un'allarme in caso di avvicinamento alle zone interessate, normalmente zone aeronautiche ATZ o Dangerous, ecc.
La copertura satellitare è completa ma alle volte quando ci si trova a sorvolare antenne radio o televisive che irradiano forti campi elettromagnetici questi possono per alcuni secondi, a volte alcuni minuti, "oscurare" il GPS il quale perde i satelliti con conseguente "buco" nella traccia del volo; per esperienza non tutti i GPS subiscono queste interferenze in modo uguale, quindi averne due diversi amplia la possibilità di rimanere immuni dalle interferenze.
E poi capita qualche volta di dimenticarsi di cambiare le batterie...
USO DEL GPS NEL VOLO LIBERO (Fabrizio Cavadini& Matteo Piccoli) |