Capitolo 6 - IL VOLO CON IL PARAPENDIO

STALLO

Considerazioni generali. La mancanza di una struttura rigida rende lo stallo con il parapendio una condizione "temporanea", la cui evoluzione dipende dalla velocità con cui questo viene indotto e dalle caratteristiche dei singoli modelli.
L'evoluzione "stabile" è rappresentata dallo stallo paracadutale (vedi), mentre quella "instabile" è data dalla chiusura dell'intera vela, il cosiddetto post-stallo (vedi), sconosciuto con qualsiasi altro mezzo volante. Un caso particolare è dato dallo stallo dinamico, che può verificarsi come conseguenza dell'uscita da altri assetti inusuali.

Sullo stallo vero e proprio non ci soffermiamo oltre, avendolo già trattato nel capitolo di aerodinamica e parlando delle tecniche di pilotaggio; basti ricordare che ogni buon atterraggio viene in genere concluso con l'esecuzione di uno stallo completo.


Figura 6-29. Durante lo stallo paracadutale l'angolo di incidenza (prossimo ai 90°) non permette lo sviluppo di portanza. È indispensabile far verificare attentamente la vela, individuandone il difetto.

STALLO PARACADUTALE

Considerazioni generali. Lo stallo paracadutale è una condizione relativamente "stabile" che può verificarsi e mantenersi anche dopo che sono stati rilasciati i freni; nello stallo paracadutale l'avanzamento è nullo e la velocità verticale elevata.

Considerazioni aerodinamiche. Se il superamento dell'incidenza critica di stallo avviene molto gradualmente la vela, pur smettendo di sviluppare portanza, può rimanere comunque gonfia e non riprendere un assetto di volo neppure quando i freni vengono rilasciati, anche completamente. In questa configurazione il paracadute "torna alle origini", frenando la discesa per pura resistenza (come facevano, del resto, i "cupoloni" dello sbarco in Normandia) con velocità di discesa che possono r<1>aggiungere e superare gli 8 m/sec.

Induzione. Lo stallo paracadutale può essere indotto, nelle vele che lo "accettano", sia da uno stallo effettuato in modo estremamente graduale, sia eseguendo in modo errato l'uscita dallo stallo "B" (vedi).

Prevenzione. Poiché è piuttosto difficile indurre uno stallo paracadutale è molto semplice prevenirlo mantenendo sempre una ragionevole velocità di volo (evitando angoli di incidenza eccessivi). Deformazioni strutturali, come l'allungamento dei cavetti anteriori od una eccessiva regolazione dei trim posteriori, possono manifestarsi con una tendenza della vela a raggiungere e mantenere tale configurazione. In questi casi è necessario sottoporre ad una attenta verifica l'apparecchio (l'allungamento dei cavetti anteriori è stata una anomalia frequente con i primi parapendio, risolta dalla adozione di cavi "prestirati").

Manovra di recupero. Obbiettivo della manovra è quello di recuperare un angolo di incidenza compatibile con il volo: questo può essere ottenuto trazionando in basso le bretelle anteriori per qualche istante, rilasciandole e ponendo i freni in una posizione intermedia (in modo da contrastare l'avanzamento rapido che caratterizza il ripristino delle condizioni di volo). Più spesso, tuttavia, è preferibile affondare con decisione entrambi i freni per poi rilasciarli parzialmente: in questo modo viene eliminato il cuscinetto d'aria che, rimandendo intrappolato nell'intradosso, favorisce il mantenimento dello stallo dinamico stesso. Con alcune vele è necessario indurre un'uscita asimmetrica (trazionando un solo freno oppure una sola bretella anteriore) e recuperare rapidamente l'eventuale collasso asimmetrico che può conseguire. In ogni caso il manuale di istruzioni delle vele che possono andare in stallo paracadutale dovrebbe fornire (quantomeno) istruzioni specifiche per prevenire o risolvere il problema.

Errori o rischi. Il recupero da questa condizione richiede comunque parecchia quota e, quindi, la pericolosità dello stallo paracadutale è tanto maggiore quanto più vicini ci si trova al terreno.

POST-STALLO

Considerazioni generali. Il post-stallo è un collasso parziale della vela che viene indotto dalla trazione esagerata e mantenuta di entrambi i freni. È una condizione dalla quale la vela tende ad uscire molto (troppo) bruscamente qualora i freni vengano rilasciati senza alcun controllo da parte del pilota.

Considerazioni aerodinamiche. Da un punto di vista aerodinamico si tratta di uno stallo (portanza nulla, elevata velocità verticale, limitata soltanto dalla resistenza della vela) che permane finchè viene mantenuta la esagerata trazione sui freni. Se questi vengono rilasciati del tutto, la vela riprende a volare con grande velocità (improvviso ed elevato carico) schizzando in avanti ed in basso, potendo finire addirittura al di sotto del pilota con gli intuibili rischi connessi.

Prevenzione. È una manovra esclusivamente volontaria che, pertanto, non richiede alcuna misura di prevenzione.

Induzione. Accorciare temporaneamente i freni attorcigliandoli per uno o più giri intorno alle mani, abbassarli progressivamente sino a superare l'angolo di stallo e mantenerli in tale posizione sino a quando la vela, dopo un parziale sgonfiamento ed un apparente arretramento, torna a "stabilizzarsi" sulla testa del pilota con oscillazioni più o meno marcate.

Manovra di recupero. I freni debbono essere rilasciati in modo graduale, arrestandoli in una posizione intermedia, per limitare l'entità dell'accelerazione e della picchiata che conseguono il ripristino della portanza dell'ala. È molto importante effettuare questa manovra osservando il comportamento della vela, in modo da poter anticipare e correggere eventuali assetti asimmetrici che possono prodursi durante l'uscita dal post-stallo.

Errori o rischi. Il recupero deve essere effettuato dopo che la vela si è stabilizzata sulla verticale del pilota (sia pur con leggere oscillazioni) e, come detto prima, i freni non devono essere rilasciati completamente, bensì mantenuti in una posizione intermedia ad evitare un eccessivo abbastimento della vela.

STALLO DINAMICO

Considerazioni generali. Per la mancanza di una struttura rigida, lo stallo dinamico del parapendio può verificarsi solamente come risultato di successive oscillazioni di beccheggio via via più ampie (od in seguito ad una singola oscillazione "estrema" che può conseguire al recupero da un altro assetto inusuale).

Lo stallo, con relativa perdita di quota, si realizza mentre la vela è notevolmente arretrata ed il pilota in posizione avanzata.

Considerazioni aerodinamiche. Come ricordiamo, uno stallo dinamico si determina quando viene superato l'angolo critico di incidenza mentre la vela possiede ancora una discreta velocità. Con il parapendio (alta resistenza, bassa velocità rispetto alle ali rigide) questo assetto non può essere mantenuto e la vela tende ad eseguire una picchiata di recupero, anche molto pronunciata.

Induzione. Frenare gradualmente e rilasciare i comandi, determinando una oscillazione di beccheggio; amplificare successivamente tale oscillazione avendo cura di evitare, nella fase di picchiata, un collasso frontale.

Manovra di recupero. Rilasciare parzialmente i freni mantenendoli in una posizione intermedia in modo da limitare la successiva picchiata e smorzare, poi, l'oscillazione residua.

Errori o rischi. Rilasciare completamente i freni è un errore che può determinare una eccessiva picchiata di recupero, picchiata ulteriormente favorita dai ritardi di velocità del pilota rispetto alla vela.

ACROBAZIA

Vale forse la pena di ricordare che l'acrobazia si fonda sulla esecuzione successiva di manovre estreme, accuratamente pianificate in anticipo in modo da compensarsi od accentuarsi l'un l'altra dando luogo a figure comunque previste e prevedibili.

Essa non ha nulla a che vedere con la improvvisazione di un pilota colto da inarrestabile voglia di nuove emozioni, ma è invece il risultato di faticosi e ripetuti esercizi attentamente studiati, lo ripetiamo, "a tavolino", sotto la guida di istruttori esperti in questo campo. Anche per l'acrobazia valgono, ovviamente, le considerazioni di sicurezza (specchio d'acqua, assistenza, quota minima, paracadute d'emergenza in perfette condizioni) già esposte per i corsi di SIV.